A Buongiorno Unasca Daniele Zarrillo, consigliere Aneis e delegato per la provincia di Roma dell’Associazione Fraternità Della Strada, commenta le statistiche redatte dall’Istat sugli incidenti stradali.
L’istituto nazionale di statistica ha presentato i dati del 2016 degli incidenti stradali. Compariamoli con lo studio longitudinale operato fin dal 2001. Sarà possibile trarre conclusioni interessanti.
Passi salienti dell’analisi contenuta nell’intervista:
- In primo luogo vediamo un trend, fino al 2015, fortemente negativo. Parliamo del numero dei sinistri annui. Infatti gli incidenti stradali diminuiscono regolarmente. E la forbice tocca punte anche di 7.000 sinistri in meno ogni anno.
- Dal 2012 al 2015 il dato si assottiglia. E giunge al 2016, con un aumento dello 0,7%. Questo, dopo oltre 15 anni di diminuzione.
- Calano i decessi. Di contro, aumentano i feriti in tutta Italia. Le cause di questo trend positivo possono essere attribuite a determinanti fattori:
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- aumento delle distrazioni al volante
- disinibizione al volante, con l’assenza conclamata delle autorità sulle strade
C’è molto da dire anche in merito ai “luoghi comuni”. Esaminando le nostre regioni possiamo fare alcune riflessioni. Il sud Italia è il più virtuoso del nostro Paese. E non solo. Il numero dei sinistri mortali, per milione di abitanti, è sì superiore alla media europea. È pur vero che l’esubero è di 3 decessi. Parliamo di 54 decessi ogni milione di abitanti, contro 51 della media europea.
Certi stereotipi fanno comodo ad alcuni soggetti. Ed è facile comprendere chi siano costoro.
Si ringrazia per l’opportunità l’Unasca , l’associazione Fraternità della Strada e l’Aneis.